I pannelli solari nei sistemi agrovoltaici sono più efficienti e durano anche più a lungo, proprio grazie a un maggiore raffreddamento passivo dei moduli stessi, dovuto allo speciale microclima che si ottiene con questo tipo di installazioni.

E le recenti ricerche della Cornell University americana, pubblicate su Applied Energy con il titolo “The potential for agrivoltaics to enhance solar farm cooling” lo hanno dimostrato una volta per tutte.

I ricercatori hanno infatti indagato le potenzialità del fotovoltaico in agricoltura, con un focus sulle prestazioni di moduli installati a 4 metri di altezza dal terreno, con sottostante coltura di semi di soia, rispetto a un impianto fotovoltaico a terra tradizionale, con moduli montati a mezzo metro dal terreno spoglio. È stato sviluppato un modello microclimatico computazionale, partendo da una vasta base di dati sperimentali, per capire come la struttura di un parco agrovoltaico possa influenzare la temperatura superficiale dei pannelli FV e più in generale il microclima.

Sono stati analizzati gli effetti sui moduli fotovoltaici di diversi fattori, tra cui: altezza dei pannelli dal suolo, evapotraspirazione delle piante, albedo del terreno, cioè la radiazione solare incidente riflessa in tutte le direzioni da una data superficie, in pratica il suo potere riflettente.

Il risultato più rilevante, spiegano gli autori dello studio, è che i moduli fotovoltaici installati a 4 metri da terra, con sottostanti coltivazioni di soia, hanno temperature fino a 10 °C più basse rispetto ai pannelli installati a 0,5 metri dal terreno nudo, non coperto da vegetazione.

Questo è dovuto soprattutto al raffreddamento passivo dei moduli, alla evapotraspirazione (vapore acqueo rilasciato dalle piante e dal terreno) e al minore effetto albedo del suolo. Questi risultati, spiegano ricercatori nella sintesi dello studio, indicano che le condizioni del suolo e le altezze dei pannelli svolgono un ruolo importante nel raffreddamento dei parchi fotovoltaici e che i sistemi agrovoltaici possono contribuire ad affrontare la doppia crisi energetica e alimentare, migliorando le efficienze della conversione solare fotovoltaica e consentendo la produzione agricola sullo stesso terreno.

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