Tra gli aspetti più ostici per gli operatori nel settore delle rinnovabili, c’è quello dei limiti alla possibilità di realizzare impianti fotovoltaici con moduli a terra su aree agricole, sia la normativa nazionale, che quella regionale presentano infatti caratteristiche sempre più equivoche e contraddittorie.
Con le ultime norme statali che sembravano aumentare le possibilità di realizzare impianti fotovoltaici su aree agricole, a livello regionale sono invece entrate in vigore previsioni di legge o regolamentari che le diminuiscono in modo rilevante. È anche doveroso e necessario premettere che a livello nazionale pare che si vada verso una netta inversione di tendenza con l’entrata in vigore del nuovo decreto-legge “Agricoltura”, che dovrebbe dichiarare le aree agricole non idonee all’installazione di impianti fotovoltaici con moduli a terra.
Riportiamo brevemente alcune delle decisioni regionali più rilevanti sul tema, con cui gli operatori del settore sono chiamati a confrontarsi. In Lombardia la Giunta Regionale ha approvato il Piano Regionale Ambiente e Clima, introducendo nuovi e numerosi criteri per valutare le domande di installazione di impianti FV su aree agricole. In Veneto impongono invece ai produttori di asservire alla destinazione agricola altri ettari di terreno, di cui hanno a diverso titolo la disponibilità, in modo da assicurare che su detti terreni possa essere mantenuta o avviata una produzione agricola, disincentivando di fatto la realizzazione di progetti fotovoltaici. L’Emilia Romagna ha aggiornato i criteri localizzativi, aggiungendo una lunga serie di norme e procedure altrettanto restrittive e limitanti.