Dal 1° febbraio 2023 arriva una nuova semplificazione per i piccoli impianti fotovoltaici. Sarà infatti possibile utilizzare il modello unico per installare impianti fino a 200 kW (il limite ora è fissato a 50 kW), grazie alle modifiche apportate al Tica (Testo integrato delle connessioni attive) dalla delibera Arera 674/2022, in base alle indicazioni del decreto Energia 17/22 (convertito nella legge 34/2022) e del decreto interministeriale 297 del 2 agosto 2022.

Il modello unico può essere usato non solo per realizzare, connettere e porre in esercizio nuovi impianti fotovoltaici, ma anche per modificare e potenziare quelli esistenti, a condizione che gli impianti abbiano queste caratteristiche: realizzati ai sensi dell’articolo 7-bis, comma 5, del decreto legislativo 28/11 su edificio, su strutture e manufatti fuori terra diversi dagli edifici, nonché nelle relative pertinenze; ubicati presso clienti finali già dotati di punti di prelievo attivi; per i quali, ai fini della connessione, siano necessari interventi sull’impianto del gestore di rete rientranti nella definizione di lavori semplici di cui all’articolo 1,comma 1.1, lettera u), del Tica; per i quali sia richiesto il ritiro dell’energia da parte del Gse.

Inoltre, vengono eliminati i seguenti vincoli previsti dal dm 19 maggio 2015:

di non superare la potenza già disponibile in prelievo; di mantenere il livello di tensione cui è connesso il cliente finale; che non ci siano altri impianti di produzione connessi tramite lo stesso punto di connessione.

Un altro aspetto importante è che la semplificazione del modello unico fino a 200 kW riguarda anche gli impianti fotovoltaici realizzati in aree o immobili vincolati ai sensi dell’articolo 136, comma 1, lettera c), del decreto legislativo 42/04, nel caso in cui i pannelli fotovoltaici siano integrati nelle coperture e non visibili dagli spazi pubblici esterni e dai punti di vista panoramici ovvero nel caso in cui i manti delle coperture siano realizzati in materiali della tradizione locale.

Per determinare la potenza nominale dell’impianto fino alla soglia dei 200 kW, si deve prendere come riferimento il minore valore tra la somma delle singole potenze nominali di ciascun modulo fotovoltaico, facente parte del medesimo impianto fotovoltaico, misurate alle condizioni STC (Standard Test Condition), e la somma delle singole potenze nominali degli inverter, come definite dalle relative norme Cei. Si supera, quindi, il riferimento alla potenza nominale intesa come il valore pari alla somma delle potenze di picco dei moduli fotovoltaici.

Con oltre 3.000 impianti fotovoltaici all’attivo in Italia e all’estero, STREAM si occupa di ogni fase della realizzazione e affianca il cliente dalle fasi iniziali del progetto, sia greenfield, che in operazioni di revamping.